Gin&Friends con i piedi nel piatto

Redazionali

Largo ai cocktail nell’arte del food pairing ormai una tendenza diffusa ad ogni latitudine con bartender e chef a lavorare gomito a gomito

Non solo vino ad accompagnare le cene notturne in riva al mare o nei locali alla moda della Riviera. Al  più classico degli abbinamenti con il nettare di Bacco proposto dai sommelier, sempre più si sovrappone, anche in Italia, un concetto più generale di food pairing, ovvero l’associazione di due o più alimenti a seconda del loro composto molecolare, nonché aromatico, che sposa un piatto gourmet a un drink.

Niente di nuovo sotto al sole. Rispetto al più classico matrimonio cibo-vino i principi sono gli stessi: l’abbinamento per similitudine, nel caso i due elementi condividano la maggior parte degli aromi, oppure per contrasto, quando invece cibo e bevanda hanno in comune poco o nulla, il che crea sensazioni di gusto completamente nuove e intriganti.

Sta di fatto che quella del food pairing piatto drink è ormai una lingua diffusa in ogni angolo di tendenza, a Londra come a Roma, a Miami come a Milano Marittima. E lo sanno bene i bartender che sempre più lavorano a gomito a gomito con gli chef. Bolognese di nascita, un’esperienza da tennager passata fra Milano Marittima e Lido di Savio dove ha cominciato la carriera di bartender, Federica Geirola oggi dispensa le sue filosofie da mixology in un cinque stelle di Roma ed è considerata fra i primi 10 best bar manager italiani. Alla domanda sui cocktail di tendenza risponde netta promuovendo le preparazioni low alcool, cioè quei drink che hanno un tenore alcolico basso, cominciando proprio dal gin tonic, considerato ancora il drink sulla cresta dell’onda,  grazie anche all’incremento esponenziale delle piccole produzioni artigianali realizzate con botaniche territoriali. Un fenomeno che  solo in Italia ha raggiunto quota 1200 micro produttori sparsi un po’ a macchia di leopardo in tutte le regioni del Belpaese. E con 1/3 di Gin e 2/3 di acqua tonica, come da ricetta classica, il gin tonic può considerarsi un low alcool, se confrontato ad esempio a un Old Fashion, il più raffinato dei cocktail a base di whisky o di burbon o a un Negroni, entrambi ancora richiestissimi ai banconi ma con una gradazione alcolica  molto più  decisa.  Sul food pairing pietanza-drink Federica sottolinea come siano gli stranieri a dettare la tendenza. Anche se questo modo di accompagnare il cibo sta guadagnando ampi consensi anche fra i gastronauti italiani, culturalmente più legati al vino. “Col gin tonic che è un drink secco, beverino ma soprattutto frizzante– suggerisce la bartender - è indicato un bel fritto di paranza o comunque un piatto grasso, fritto, con abbondanza di olio, perché il drink va a pulire il palato, senza però dimenticare l’attenzione ad abbinare le botaniche del gin scelto a quello che sarà il mio piatto finale”. Ai suggerimenti di Federica fa eco Ferdinando Liguori (Ferdy per tutti, dietro al bancone) collega bartender di Reggio Emilia, accumulatore di medaglie ai concorsi Aibes (l’Associazione Italiana del Barman), dal talento creativo nella confezione di nuovi cocktail da abbinare a piatti e ingredienti territoriali.

“Con gli chef con cui collaboro a Reggio Emilia o a Scandiano – racconta Ferdy– il continuo scambio di idee porta a soluzioni creative e molto apprezzate”. Nasce così all’ombra delle rocche di Canossa il ‘Lecca Lecca’, piatto di melone al Prosciutto di Parma Dop, abbinato a un drink a base di fiori di sambuco, acqua di cedro, Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Dop, lime e sake; il ‘Pregiudizio’ un cocktail a base spergola (vitigno autoctono del Reggiano), gin, limone, aceto di mele elevato in barrique, sciroppo di rosmarino e bergamotto. E, come ultimo abbinamento, un piatto a base di spuma di Mortadella Bologna Igp, mostarda e cialda di riso Venere da degustare con un drink on made di sake, bergamotto giapponese, Manzanita e liquore al pimento.

 

 

A Cervia il Craft Gin Summer Fest

Con un mercato in continua crescita, una spiccata versatilità di beva e una territorialità spinta legata alle botaniche regionali, il Gin si rivela oggi il più in forma dei distillati. Nasce così l’idea del Craft Gin Summer Fest per mettere in contatto appassionati e addetti ai lavori con il mondo del Gin.  L’appuntamento è venerdì 21 luglio a partire dalle 19,00 con decine di etichette prestigiose provenienti da ogni parte d’Italia e abbinamenti food con i prodotti del territorio. Location di prestigio della prima edizione, il centro storico di Cervia all’ombra della Torre San Michele e dei Magazzini del Sale.

A dare un tocco di creatività all’evento la presenza delle bollicine offerte dall’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna, che entrano insieme a frutta di stagione e prodotti top nella composizione di cocktail inediti.

Ad animare la serata la bartender Stella Palermo, in arte Monica & Tonica. Siciliana di nascita e romagnola di adozione Stella si è specializzata proprio nel cercare la giusta combinazione fra gin, vini e piatti raffinati.  A lei quindi il compito di tracciare, attraverso l’arte della mixology, un percorso inedito fra sapori, gusto e botaniche territoriali.

Info: Gin Craft Summer Fest - Cervia 21 luglio - Piazza di Torre San Michele

ingresso € 20.00 con tre degustazioni di gin tonic/gin cocktail + 2 ticket per abbinamenti food

Craft Gin Summer Fest  craftginsummerfest

 

 

Dall’India coloniale a Gin Ceck

Il gin tonic, nasce in India alla fine del Settecento, in piena epoca coloniale quando gran parte dei viaggiatori e dei coloni erano colpiti dalla malaria. Per combattere la malattia in India già da allora si usava il chinino e in molti bevevano la cosiddetta ‘Indian Tonic Water’ – una bevanda zuccherata contenente una piccola percentuale di chinino. Furono i soldati della divisione coloniale britannica che cominciarono ad aggiungere all’acqua tonica, il distillato inglese per eccellenza, il gin. Da allora ed in particolare a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, quando venne rilanciato dagli studenti parigini, il gin tonic è diventato uno dei cocktail più famosi al mondo.

A contribuire al suo rilancio pop negli ultimissimi anni in tutta Italia è sicuramente un giovane bresciano, Francesco Milanesio in arte Gin ceck, gin-influencer e creatore di decine di Gin festival locali (gin-ceck.it). Il suo scopo: “promuovere il gin e orientare gli appassionati fra le centinaia di etichette artigianali fiorite in questi anni in tutta Italia grazie alla spiccata biodiversità del Belpaese, all’utilizzo delle botaniche territoriali e alla creatività tutta italiana”.

E ancora “connettere il maggior numero possibile di ginlover, produttori, appassionati e operatori del settore, favorendo il bere consapevole.”