Giacobazzi e i suoi amici sbarcano a Cervia

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Sarà un sabato "da pavura" quello del 13 luglio a Cervia. L'espressione è, non a caso, rubata a Giuseppe Giacobazzi, tra i più amati comici italiani, che si prepara a far "spataccare" di risate il pubblico di Piazza Garibaldi proprio questo fine settimana. 

A dar vita a Giacobazzi and Firends, l'inedito show del noto comico romagnolo, sul palco ci saranno anche Vincenzo Albano, Andrea Carlini e Andrea Di Marco per una serata inedita tutta da ridere. 

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Giuseppe Giacobazzi:
Autodefinitosi in maniera ironica "Poveta Romagnolo Vinificatore", caratterizza le sue esibizioni per l'accento tipico e un abbigliamento un po' rétro e démodé. Giacobazzi nasce come conduttore radiofonico nel 1985 in una radio privata in cui resta in attività fino al 1992 facendo, in questo periodo, sporadiche presenze in trasmissioni in onda su emittenti private. È una colonna portante dello spettacolo "Costipanzo Show" assieme a Maurizio Pagliari, alias Duilio Pizzocchi. Il debutto su un vero palcoscenico avviene il 19 marzo 1993 con la presentazione del Maurizio Costanzo Show ma ben presto torna a presenziare in alcune trasmissioni di reti locali e in alcune pubblicità per le aziende dell'Emilia-Romagna. Nel 2001 viene pubblicato il suo primo libro "Sburoni si nasce" di cui è l'autore. Ma il vero successo arriva nel 2005 con il debutto a Zelig Off in cui, nelle varie serate, intrattiene il pubblico con storie e poesie surreali. Tipica del suo show è la scena d'apertura in cui, tenendo in mano una cartelletta gialla, finge sia un palmare e i documenti all'interno siano i fogli lettronici. Viene notato dagli autori di Zelig Circus che lo promuovono così in prima serata su Canale 5. Dal 2007 al 2010 è comico a Zelig. Nel 2008 partecipa anche a una puntata della sesta serie di Don Matteo, in cui interpreta la parte di un assassino. Sempre nel 2008 viene pubblicato un altro suo libro: "Una vita da paura" che ha avuto molto successo. Nel 2009 viene pubblicato il suo terzo libro: "Quel tesoro di mio figlio". Tipiche della sua parlata sono le espressioni pavura, povesia e la sua parlata dialettale: Stupito ed emozionato egli (il Poveta) si inginocchiò e disse "cut vegna un chencar, sei proprio te... l'insuperabile, l'insormontabile (ecc. ecc.) Ravul?"

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