RE-STYLING: QUESTIONE DI STILE?

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Riuso, recupero, ristrutturazione, reinterpretazione; queste le parole d’ordine del futuro prossimo della nostra società, parole che l’architettura contemporanea è chiamata ad assorbire ed elaborare. Lo scorso appuntamento della rubrica ha aggiunto un nuovo termine alla nostra collezione: RESTYLING, ovvero ‘dare un nuovo stile a qualcosa’... Dopo aver visto che cosa si intende, quindi, per restyling nel campo dell’architettura è ora di parlare di stile.

Come capire cosa tenere, cosa buttare e cosa reinterpretare? E come capire quale nuovo stile dare alle nostre abitazioni?
Capire cosa mantenere non è certo cosa facile; quel pavimento di marmo che sembra rendere incredibilmente datato ogni ambiente, talvolta, può diventare protagonista di un nuovo look, e filo conduttore di un nuovo progetto di interior.

Pavimenti di marmo e graniglia: superfici démodé o preziosi elementi da mantenere?
I trend 2019-2020 vedono il grande ritorno di graniglie e marmi, reinterpretati in chiave contemporanea, come “tele bianche” su cui posizionare elementi di contrasto e rottura. Attraverso un sapiente recupero di queste superfici è possibile dare nuova vita ad ambiente apparentemente pesanti e datati. Una volta scelto di mantenere la superficie esistente, questa dovrà servire da punto di partenza per costruire una cartella cromatica coerente ed omogenea, su cui porre accenti e contrasti.

Arredi e complementi: come capire quali tenere e quali reinterpretare?
In un progetto di restyling nulla è da sottovalutare: un mobile, una sedia, un complemento di design che ci ha stancato e che pensiamo di buttare potrebbe diventare uno dei futuri punti focali di progetto. Il primo passo è ridurre la quantità di oggetti, e lasciare che l’attenzione cada su pochi pezzi di impatto: una sedia Plia di Giancarlo Piretti del 1967, un intramontabile frigorifero Smeg, un busto o semplici ceramiche dai forti contrasti. Presentiamo come di consueto due casi studio; in questa occasione tratteremo due interventi di restyling in cui la progettazione di interior avviene unicamente mediante il riposizionamento di arredi, arrivando al massimo a piccoli adeguamenti di impianti elettrici, in caso sia indispensabile spostare qualche punto luce o presa. Il primo caso (VILLA MANTOVA) riguarda la zona giorno di una villa signorile, in cui troppi oggetti e complementi (sebbene di valore e singolarmente pregevoli) hanno portato nel tempo ad un eccesso di confusione visiva. Il grande ambiente principale non accoglie funzioni definite, e lo spazio conviviale è costretto in spazi angusti e poco fruibili. L’intervento ha inizio con la selezione di pochi pezzi da mantenere e una distribuzione degli spazi totalmente diversa, pensata per la massima ergonomia e il miglior rapporto tra l’interno e il bellissimo giardino esterno. Un quadro su tela, in particolare, dal color melanzana acceso dà ai progettisti l’idea di osare con i contrasti cromatici, usando il colore come elemento in grado di definire nuovi spazi di funzione, e diventare quinta scenica della zona living.

 

VILLA MANTOVA
Un restyling quasi eclettico, contrasti decisi e nuovi colori che creano una seconda pelle a questa straordinaria villa immersa nell’atmosfera di una corte giardino privata... Gli arredi di Wiener GTV Design Thonet sono protagonisti di una zona giorno ‘in lunghezza’ suddivisa da scatole di colore; l’elegantissima Foresta Botanical Botanica di Cole & Son Wallpaper crea vere e proprie finestre su un paesaggio immaginario immerso nel verde... Il secondo caso (ATTICO WOODPECKER) riguarda invece un appartamento all’ultimo piano vista mare nella verde Milano Marittima. Uno straordinario pavimento in marmo rosa portogallo si ritrovava spento visivamente da porte e complementi in legno di mogano anni ’70; le zone di funzione, ad eccezione del primo caso,sono qui ben definite ma chiedono a gran voce maggiore pulizia visiva. La scelta di tinteggiare ogni superficie in un delicato grigio, ton sur ton con nuove porte di gusto borghese in bugna, illumina ogni ambiente e permette una maggiore chiarezza visiva.

ATTICO WOODPECKER
L’oggetto e l’immagine in movimento si fondono in un’inedita libreria dove la carta da parati della collezione Acquario di Cole & Son Wallpaper firmata da Piero Fornasetti prende il sopravvento in un attico caratterizzando il mood seventy punto di partenza per il mood di questa ristrutturazione. Le linee aspre degli anni ‘70 vengono enfatizzate da colori contemporanei, porte dal gusto borghese, pezzi originali di design e contaminazioni dal gusto etnico. Filo conduttore del rapporto tra colori e materiali è il pavimento in marmo rosa portogallo, reinterpretato e messo a contrasto con forti impatti decorativi rosso corallo, mitigati dalle tinte omogenee alle pareti in grigio classico.

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