Davide Cassani: il motore di tutto è la passione

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a cura di Giulia FELLINI

Davide Cassani, romagnolo, sportivo appassionato, un uomo da sempre sui pedali. Ma soprattutto un uomo dalle molte vite. È stato ciclista professionista, oggi commentatore sportivo per la Tv e C.T della Nazionale italiana di ciclismo, e, da ultimo, è divenuto presidente di APT Emilia Romagna, l’organo regionale per la promozione turistica.

Come ci si trasforma? E in ogni ruolo diverso cosa si porta con sé?
Credo che il motore di tutto e il comun denominatore, dallo sport al lavoro, sia la passione, che qui in Romagna è di casa e in tanti campi diversi, dalla cultura all’imprenditoria, ha spinto piccole realtà verso grandissimi risultati. Il grande tesoro che personalmente ho accumulato nei diversi ruoli che ho ricoperto, al di là dell’esperienza, è il contatto con le persone, che ti arricchisce, sempre.

Si riesce ad appendere davvero la bici al chiodo?
Mai. Se esce di casa la domenica mattina e prende una qualsiasi strada collinare, vedrà in sella giovani virgulti così come arzilli pensionati. Finchè la testa “spinge”, il corpo, ovviamente nel rispetto dei limiti, la segue. E accanto al ciclismo praticato c’è quello seguito. Quest’anno l’Emilia Romagna ha ospitato la partenza del 102° Giro d’Italia e alcune tappe, tutte salutate da migliaia di appassionati che si sono radunati a bordo strada per trasmettere calore ed energia ai nostri campioni.

Come Ct della Nazionale cosa si aspetta da Tokyo 2020? Cosa mi aspetto?
Di avere lo stesso Nibali di Rio, ma con un pizzico di fortuna in più. Il percorso è impegnativo e sono convinto di poter schierare una buona formazione in grado di lottare per la vittoria.

Passiamo ora al recente ruolo istituzionale. Dopo un anno un rapissimo bilancio dell’esperienza Apt.
Non posso che parlare di un ottimo benvenuto. Ho assunto la presidenza in un contesto che da diversi anni vede la Regione. incrementare i flussi turistici, puntando sulle tante eccellenze dei nostri territori e investendo sempre più sul turismo sportivo, con ottimi risultati. Ho trovato dinamismo, motivazione, gioco di squadra e visione rivolta al futuro: qualità essenziali per affrontare i mercati internazionali.

La passione bike ha aperto all’Emilia-Romagna un segmento turistico dall’enorme potenziale. Oggi la nostra Regione è seconda in Italia, dopo il Trentino-Alto Adige, per presenze cicloturistiche, con percorsi e piste ciclabili e alcuni appuntamenti classici che fanno numeri straordinari. Margini di miglioramento?
Attualmente registriamo oltre 300mila arrivi di turisti bike per un totale di circa 1,4 milioni di presenze, per l’85% straniere (provenienti in prevalenza da Germania, Benelux, Austria, Stati Uniti, Canada). Possiamo parlare sicuramente di un prodotto turistico collaudato: disponiamo di 38 hotel attrezzati e specializzati nell’accoglienza dei cicloturisti. Dobbiamo continuare ad investire nelle infrastrutture e negli eventi di caratura internazionale.

Più in generale cosa significa la parola turismo per l’Emilia Romagna?
Economicamente un peso sul PIL regionale pari all’11,8%, con oltre 1,7 milioni di addetti. Ma in senso più allargato, rappresenta una grande opportunità di promozione e visibilità della nostra Regione e dei sui mille volti. Si viene per l’amore verso la Ferrari, tuttora il brand più amato e conosciuto al mondo, e si finisce per scoprire monumenti Unesco, cibi unici, paesaggi incontaminati e, più in generale, un Italian Way of Life, tra ritmi slow e alta qualità di vita, che da noi trova la massima espressione e che affascina ogni anno milioni di turisti.

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