È stata la cattivissima funzionaria che spedisce Checco Zalone nei posti più improbabili del mondo, Livia l’eterna fidanzata di Montalbano, Giulia la giovane che abbraccia la lotta armata ne La meglio gioventù   A  breve di nuovo a teatro con Chi ha paura di Virginia Wolf per la regia di Latella.  L’attrice Sonia Bergamasco   alterna da sempre ruoli per il grande pubblico a figure più di nicchia, è protagonista davanti e dietro la macchina da presa, sempre più attratta da regia e scrittura. Sposata con l’attore Fabrizio Gifuni, ha due figlie e due grandi passioni: la musica e il teatro.
E allora partiamo da quello spettacolo dal vivo, oggi simbolo di ritorno alla vita.
Ritroveremo l’emozione del momento in cui si spengono le luci e si entra in scena accompagnati dai personaggi?
Le porte dei teatri sono state tra le prime ad essere chiuse, e tra le ultime ad essere riaperte – poche settimane fa. Questo lungo periodo di emergenza mi ha fatto riflettere sul mio mestiere e in particolare sul mio mestiere a teatro. Ho percepito con precisione che la natura fragile ed esposta del teatro lo rendeva unico ed insostituibile. Se la sala cinema, purtroppo, vive una crisi profonda, il luogo teatro acquista paradossalmente un valore ancora più potente, oggi, forte della sua identità orgogliosamente “minoritaria”. Il luogo teatro, è in grado oggi di ripensare gli spazi e la relazione con il pubblico mantenendo intatta la sua natura essenziale. Il respiro comune. Il qui e ora. Il teatro è il nostro gioco più antico, e non morirà mai.
Come è stato per un’attrice vivere e lavorare in questo periodo di attesa?
C’è stata la necessità di mettere in gioco tutte le energie migliori, il desiderio di resistere, di inventarsi nuove strategie e di tentare strade diverse. E sono nate realtà associative, anche per la nostra categoria. L’associazione U.N.I.T.A., di cui sono fra i soci fondatori, rappresenta oggi più di 1200 attori, ed è uno dei frutti più maturi di questo periodo di crisi. La prova concreta di quanto le energie di molti, finalmente in ascolto gli uni degli altri, possano produrre risultati eccellenti.
In anni recenti ha interpretato ruoli per il grande pubblico, ma anche figure meno note come Margherita Sarfatti, l’amante del Duce o Maria Bergamas, la donna italiana che rappresenta tutte le madri che hanno pianto un figlio durante la prima guerra mondiale
C’è una figura che Sonia Bergamasco vorrebbe interpretare?
Desidero presentarvi la mia Martha! Nei mesi scorsi, insieme ai miei tre compagni di scena – Vinicio Marchioni, Paola Giannini e Ludovico Fededegni – abbiamo lavorato a Chi ha paura di Virginia Woolf?. Il regista Antonio Latella, nella quiete metafisica di una Spoleto zona rossa, tra febbraio e marzo di quest’anno ci ha guidato nel mondo di Edward Albee e mi ha fatto amare con tutto il cuore questa storia difficile, questa donna stupenda e terribile. Non abbiamo potuto debuttare (era il 21 marzo!) e per la prima volta nella nostra vita, siamo tornati a casa a fine prove senza la prova del pubblico. Non vedo l’ora di poter debuttare, a gennaio 2022, a Torino.
E per il cinema?
Usciranno anche due nuovi film, girati nei mesi scorsi: una commedia diretta da Riccardo Milani e un film con la regia di Claudio Amendola.
Come si prepara su un testo o su un personaggio?
Non c’è una regola. Tutto dipende dalla storia, dal contesto, dai tempi di lavoro, dai compagni di lavoro. Sono attenta ai particolari, ma lascio anche che le intuizioni che mi vengono dalle storie e dalle relazioni mi guidino a scoprire il modo migliore di fare.
Un lungo elenco di incontri importanti, a teatro, solo per citarne alcuni, Carmelo Bene e Giorgio Strehler, più di recente Latella. Grandi nomi anche per cinema e piccolo schermo tra Bertolucci, Cavani, Giordana, Milani. Cosa significa lavorare con i grandi? Con chi è stato più semplice, con chi più coinvolgente?
Mi piace vivere nel presente. Consapevole del tesoro degli incontri con i grandi artisti che ho conosciuto, sono pronta a lasciarmi sorprendere anche e soprattutto da artisti più giovani. La regia e la scrittura, negli ultimi anni, stanno acquistando per me sempre più importanza, e desidero trovare sempre più spazio per queste due attività. Tornerò sicuramente a occuparmi di regia teatrale, ma ora sto sviluppando un progetto di regia per il cinema, un documentario, di cui è ancora presto parlare. Posso solo dire che si tratta di un film documentario sul mestiere dell’attrice (dell’attore).
Ha dichiarato che con il suo lavoro d’attrice indaga il possibile dialogo tra musica, cinema e teatro. Tre amori che ancora si intrecciano nella sua vita? Uno più appagante di un altro?
La musica è il filo rosso. S’intreccia da sempre, per me, con il teatro. è la mia prima lingua. Ed è una gioia e una consolazione. Tra l’altro, la “mia” Martha (Chi ha paura di Virginia Woolf?) suonerà il pianoforte e canterà. Vi invito a teatro!