Ci sono tre grandi foto di sport nel 2021 dell’Italia che si è riempita di ori. La prima è quella di Vialli e Mancini che si abbracciano a Wembley dopo la vittoria degli europei. La seconda è un altro abbraccio: quello di Jacobs e Tamberi che celebrano il doppio oro a Tokyo. La terza è il volto trasfigurato dalla fatica e dal fango di Sonny Colbrelli dopo aver battuto in volata Veermersch e van der Poel alla Roubaix.
Colbrelli, come ci si sente a essere in questa galleria di trionfi?
è un trionfo che non mi aspettavo, che ha fatto tanto rumore anche perché quell’immagine del mio arrivo con il fango addosso ha ricordato a tanti appassionati il ciclismo duro di un tempo. Per me è stata una giornata epica e una delle maggiori soddisfazioni sono sicuramente state le parole del presidente del Coni Giovanni Malagò in Senato quando ha definito questa vittoria come la 41° medaglia delle Olimpiadi.
Nel 2021 lei ha vinto la Roubaix, i campionati europei, i campionati italiani e ha disputato un grande mondiale. A 31 anni, pensa di essere arrivato alla piena maturità?
Penso di aver trovato la mia dimensione, in questo anno sono arrivato a grandissimi livelli, ora si tratta di continuare.
Parliamo di fatica, quella che tutti leggono sui volti dei ciclisti che macinano chilometri su chilometri. Certo in tutti gli sport gli atleti devono impegnarsi con grande sacrificio, ma il ciclismo è particolarmente legato alle difficoltà dell’impresa.
Come la affronta?
La fatica è proprio quello che ci distingue, la salita è fatica, le condizioni climatiche avverse anche, ma è anche ciò che ci dà forza e ci fa spingere sui pedali, è lo stimolo a dare il 110% sempre, in ogni gara. Ci sono anche momenti no con cui fare i conti, non è solo una questione di gambe, devi funzionare anche con la testa.
Lei come si allena in questo senso?
Sto lavorando da alcuni anni con un mental coach che mi sta aiutando ad alzare l’asticella. è un supporto importante perché appunto non si vince solo con l’allenamento fisico
Nel 2022,  ha dichiarato, che punta a riconfermarsi, e che correrà, oltre alla Roubaix, anche la Milano-Sanremo, la Amstel Gold Race e il Giro delle Fiandre. Sarà anche al Giro d’Italia?
Ho una grande voglia di far bene nelle “classiche”.
Negli ultimi anni ho fatto anche il Tour, ma partecipare al Giro d’Italia potrebbe essere un altro obiettivo importante
Ciclismo – Romagna, Romagna – Pantani. Quando il Pirata incantava il mondo, lei era giovanissimo, un bambino.
Poi Sonny Colbrelli è arrivato in Romagna e ha vinto la più simbolica delle gare, il memorial Pantani.
C’è un episodio o un ricordo particolare che la lega al campione romagnolo?
Ricordo l’episodio in cui a Pantani scese la catena, dovette fermarsi e poi rimontò e andò a vincere la tappa del Giro d’Italia. Era il mio idolo già allora da bambino. Quando ho iniziato ad andare in bici e a fare le prime gare ho comprato la bandana gialla simbolo del Pirata e per anni ho gareggiato portandola sempre con me.
Quando è scattata la passione per la bici?
Fin da piccolo volevo fare il corridore, dopo la scuola sono andato a lavorare in fabbrica, ma finito il lavoro mi allenavo. Nella mia testa c’era sempre un pensiero: volevo diventare un professionista.
Sonny Colbrelli cosa fa quando non corre? Si riposa?
Mi godo un po’ la famiglia, sto con i miei bimbi, non direi proprio un riposo, ma sono momenti felici.
Sono già in bicicletta sulle orme del papà campione?
Perchè no, appena possibile andremo insieme a pedalare.