Chi frequenta Cervia ormai lo sa: è la tappa giusta per scoprire la pinsa romana fatta solo con prodotti italiani km0. Ecco perchè per una vera prelibatezza del palato un salto da Leo è d’obbligo. Profumi che fanno venire l’acquolina in bocca, un banco ben fornito, colorate farciture da gustare in ogni momento della giornata. Qui è possibile degustare la vera pinsa romana, cugina stretta della classica pizza, arrivata nel cuore della città dei salinari già nel 2012 proprio grazie alle sapienti mani di Leo. Alta idratazione, lunga lievitazione, un mix di farine originale – composto da farina di frumento italiano, farina di riso, farina di soia e pasta madre – sono le caratteristiche principali di questo prodotto tipicamente romano. La distinzione tra pizza e pinsa, infatti, non è puramente semantica, ma la ritroviamo in un rigido disciplinare che stabilisce ingredienti, valori nutrizionali e dietetici di un prodotto davvero unico e adatto a tutti. Fatto l’impasto, anima e cuore della pinsa, sono poi le farciture a conferirle corpo e carattere. Da quelle semplici a quelle più complesse e particolari, imperdibile è la pinsa farcita con fiori di zucca locali provenienti da agricoltura sostenibile, che si può gustare solo da maggio a settembre. Tutto il resto dell’anno è impossibile non cedere alla tentazione di una pinsa cacio e pepe o di una farcitura più delicata, come quella con pomodoro, bufala del Gargano e basilico, vero e proprio cult da aggiungere alla lista dei desideri da soddisfare se vi trovate a Cervia. A completare il quadro di un prodotto già perfetto, si aggiunge l’attenzione alla sostenibilità. La pinsa di Leo, infatti, non è solo gustosa e salutare, ma strizza l’occhio all’ambiente, utilizzando solo prodotti italiani, possibilmente a chilometro zero e sempre di stagione. D’altro canto è proprio la sostenibilità il cuore della pizzeria Da Leo che, valorizzando solo prodotti del territorio, attentamente selezionati in base al naturale ciclo della stagioni, fa sognare le papille gustative di cervesi e turisti portando in tavola un’altra idea di pizza.