
MASSIMO BOTTURA, VADO... AL MASSIMO
Luglio 2025
Il cibo come memoria e innovazione. Le donne come forza trainante del cambiamento. Lospitalità come gesto d’amore
Di sfide Massimo Bottura ne aveva vinte tante in trent’anni di attività. Da quando Il 19 marzo 1995, in via Stella 22 a Modena, apriva un piccolo ristorante con grandi sogni: l’Osteria Francescana. Eppure Bottura, ormai saldamente nel gotha dei migliori chef del mondo, dopo aver guadagnato le tre stelle Michelin e per ben due volte, il primo posto dei World’s 50 Best Restaurants, quest’anno di traguardi ne voleva raggiungere un altro. Quello di far atterrare la ristorazione stellata a Vinitaly, la più importante fiera europea del vino, accreditando la sua Emilia Romagna, fatta di prodotti e vini eccellenti, sul podio internazionale in quanto a notorietà enogastronomica.
Così è nato ‘Vado al Massimo’, il temporary restaurant allestito dal 6 al 9 aprile nel mitico Padiglione 1 di Fiera Verona, la ‘casa’ dell’Emilia-Romagna del vino, dove la magia tristellata dello chef e del suo impareggiabile staff hanno fatto sognare i winelovers di tutto il mondo.
Un tributo che Bottura ha riservato ai suoi trent’anni di attività, creativa e rivoluzionaria.
“Il bilancio di questi anni è straordinario - sottolinea lo chef -. Abbiamo dimostrato che la tradizione può essere innovata senza essere tradita, trasformando piatti iconici in esperienze contemporanee”.
“Abbiamo abbracciato processi creativi propri dell’arte contemporanea - continua Bottura - e il futuro potrebbe riservare una cucina ancora più concettuale e sperimentale, ma i nostri valori rimarranno gli stessi che ci hanno accompagnato in questi 30 anni: il cibo come memoria e innovazione, le brigate come famiglia, l’inclusione come responsabilità sociale, le donne come forza trainante del cambiamento, l’ospitalità come gesto d’amore”.
Ed è proprio verso responsabilità sociale, inclusione e pratiche antispreco che Bottura indirizza la sua filosofia. “L’attenzione allo spreco zero all’inclusione sociale e alla sostenibilità - spiega lo chef - sono sempre più centrali. La nostra cucina promuove etica e consapevolezza, portando la nostra filosofia oltre le mura dei ristoranti”.
Da queste logiche è nata Food for Soul - la no profit fondata dallo chef e dalla moglie Lara Gilmore per trasformare il surplus di cibo in pasti nutrienti e salutari per i più bisognosi, e il progetto ‘Al Tortellante’ dove giovani adulti con autismo imparano a lavorare a mano gli iconici tortellini emiliani, sotto la guida delle ‘rezdore’ modenesi.
Idee nate, dice Bottura “per combatte lo spreco alimentare e l’isolamento sociale attraverso la bellezza, sostenendo le comunità vulnerabili e ispirando le future generazioni di chef”.
“Questi progetti - chiosa lo chef - aprono le porte dell’inaspettato, dimostrando che l’ospitalità può essere una forma d’arte e di cultura: la ricerca di nuove tecniche, nuovi linguaggi, nuove contaminazioni è costante”.