Il Ravenna Festival torna a Cervia

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Con i piedi saldi su un passo fatto di eccellenze, ma con lo sguardo puntato sul futuro, il Ravenna Festival torna in questa sua XXXI edizione a Cervia con  “Per  l’alto  sale  -  Il  Trebbo  in  musica  2.0”.

Ben otto appuntamenti per una rassegna creata ad hoc,  un  itinerario  di incontri  che  si  ispira  alla  tradizione  romagnola  del  trebbo,  celebrandone  la  dimensione  di  condivisione  e  confronto  e  al contempo  traghettandola  nel  XXI  secolo  nell’alternare  gli  omaggi  a “eroi” di  Romagna  -  Tonino  Guerra,  l’Artusi,  Fellini  -  a voci  contemporanee  e  tematiche  attuali. 

Il Trebbo in Romagna è incontro,  confronto,  occasione  sociale  ed  intellettuale,  condivisione  di  idee  e  incrocio  di  culture  e  sensibilità. Una  dimensione  che  era  apparsa  evidente,  negli  anni  Cinquanta,  a  due  giovani  appassionati  di  poesia  -  Walter  Della Monica  e  l’attore  Antonio  (“Toni”)  Comello  -  che  con  una  pionieristica  iniziativa  di  letture  pubbliche  proposero,  in tutta  la  loro  freschezza,  versi  di  poeti  di  tutti  i  tempi.  Quale  città  poteva  diventare  capitale  di  questo  Trebbo  2.0,  se  non Cervia?

In  collaborazione  con  il  Comune  di  Cervia  e  con  il  contributo  della  Cooperativa Bagnini,  dal  17  giugno  al  16  luglio  gli  appuntamenti  -  al  Palazzo  dei  Congressi  di  Milano  Marittima,  ad  eccezione  dei  due eventi  in  programma  rispettivamente  al  Bagno  Club  Milano  e  alla  Pieve  di  Pisignano  -  vedranno  la  partecipazione  di scrittori  come  Massimo  GramelliniMelania  MazzuccoPaolo  Rumiz,  ma  anche  Gad  Lerner Ivano  Marescotti,  lo  storico della  gastronomia  Alberto  Capatti,  la  virologa  Ilaria  Capua  e  l’architetto  Stefano  Boeri.
Un  percorso  che  si  fa  anche musicale, con ospiti del calibro di Paolo  Fresu, è un ricco programma dalle forti tinte jazz.

 

Il programma
Nel  solco  del  trebbo  poetico,  mercoledì  17  giugno, la  rassegna  si  inaugura  con  un  Omaggio a  Tonino  Guerra:  in  occasione  del  centenario  della  nascita  del  poeta, scrittore, sceneggiatore  e  artista  a  360 gradi, Ivano Marescotti avrà il compito di restituirne un ritratto attraverso lettura e commento di  testi,  anche  dialettali,  con  il  contrappunto  musicale  di  Paolo  Damiani  al  contrabbasso  e  live  electronics. 

Mercoledì 24  giugno  si  celebrano  invece  i  duecento  anni  dalla  nascita  dell’autore  del  più  celebre  dei  trattati  gastronomici,  vero  e proprio nume di ogni cucina dell’Italia unita: l’Omaggio a Pellegrino Artusi sarà tracciato da Alberto Capatti, autorevole storico  dell’alimentazione  e  della  gastronomia  nonché  direttore  del  comitato  scientifico  di  CasArtusi,  con  un  occhio di  riguardo  per  il  sale,  l’oro  bianco  di  Cervia.  Accompagneranno  l’incontro  i  Bevano  Est,  che  condividono  con  l’Artusi le  origini  forlimpopolesi  e  hanno  fatto  del  dialogo  con  strumenti  e  sonorità  della  tradizione  contadina  l’ingrediente distintivo  del  proprio  stile. In  questo  caso  l’evento  sarà  ospitato  dal  Bagno  Club  Milano  e  preceduto  da  una  passeggiata gastronomica con menu artusiano a cura di  CheftoChef.

Il  trittico  di  ricorrenze  non  può  che  completarsi  con  l’Omaggio a  Federico  Fellini  di  sabato  27  giugno:  classe  1920,  proprio  come  Guerra  (con  cui  firmò  per  altro  la  sceneggiatura  del premio Oscar  Amarcord),  il regista riminese sarà celebrato attraverso le musiche di Nino Rota,  compagno di strada di molte  avventure  cinematografiche.  Gli  arrangiamenti  sono  stati  commissionati  dal  Festival  a  Fabio  Petretti  per  la  sua Italian  Jazz Orchestra,  accompagnata dalla fisarmonica di  Simone  Zanchini.

Se questi omaggi celebrano tre figure fondamentali dell’identità culturale della Romagna, è invece l’identità dell’Europa, quella  intessuta  di  contatti  con  l’Oriente,  al  centro  dell’incontro  di  domenica  21  giugno.  La  sapienza  narrativa  del giornalista  e  scrittore  Paolo  Rumiz  svelerà  Quell’Europa  che  viene  da  Oriente,  in  un  percorso  -  anche  musicale  grazie al  flauto  di  Fabio  Mina  -  che  si  inserisce  perfettamente  sulla  rotta  della  XXXI  edizione  del  Festival.  Il  programma  di quest’anno,  esteso  dal  3  giugno  al  19  luglio,  è  infatti  dedicato  al  Dolce  color  d’oriental  zaffiro,  che  Dante  descrive  nel Purgatorio  (I,  v.  13),  e  quindi  anche  al  lungo  e  mai  interrotto  confronto  -  e  non  solo  scontro  -  fra  Occidente  e  Oriente, di  cui  sono  splendida  espressione  la  Ravenna  bizantina  e  i  mosaici  che  il  poeta  stesso  ammirò.  Cornice  di  questo viaggio  attraverso  i  secoli  sarà  in  questo  caso  la  Pieve  di  Santo  Stefano,  testimone  -  almeno  dal  X  secolo  -  di  una  storia spirituale che si intreccia alle vicissitudini del territorio romagnolo. Lo  storytelling  -  la  narrazione  che  valica  i  confini  della  letteratura  per  appropriarsi  anche  dei  linguaggi  del  giornalismo, della  televisione,  della  divulgazione  scientifica  e  storica  -  è  il  fil  rouge  di  quattro  appuntamenti  del  giovedì,  realizzati  in collaborazione  con  Elastica  Live  &  Comunicazione,  destinati  a  discutere  i  grandi  temi,  e  soprattutto  le  grande  sfide, della  nostra  epoca. A partire  da  quella  della  salute  e  della  bioetica,  con  la  conversazione  fra  Ilaria  Capua  e  Gad  Lerner, in  programma  il  25  giugno.  Sostenitrice  dello  sviluppo  scientifico  open-source,  cioè  del  libero  accesso  per  tutti  ai  dati in  particolare  dei  virus  influenzali,  la  virologa  è  fra  i  cinquanta  più  rivoluzionari  scienziati  al  mondo  per  la  prestigiosa rivista  Scientific  American  e  autrice  di  Salute  circolare,  edito  da  Egea,  storie  di  progresso  reso  possibile  dalla  capacità di  non  seguire  sempre  e  solo  la  strada  maestra  di  una  conoscenza  già  consolidata. A  seguire  il  momento  musicale  con Gianluca  Petrella  e  Pasquale  Mirra, rispettivamente  al  trombone  e  al  vibrafono.  È  invece  fra  i  cinquanta  grattacieli  più iconici  del  mondo, secondo  il  Council  on Tall  Buildings  and  Urban  Habitat  (organo  internazionale  sullo  sviluppo  urbano sostenibile),  il  Bosco  verticale  di  Milano.  Questo  progetto  di  riforestazione  metropolitana  in  verticale  porta  la  firma dell’architetto  e  urbanista  Stefano  Boeri,  a  cui  la  parola  passa  il  2  luglio  per  Architettura  e  Natura.  Le  note  sono,  in questo  caso, della  tromba di  Paolo  Fresu e del  bandoneon di Daniele  Di  Bonaventura. Dall’ecosostenibilità, tema ancor più  saliente  per  una  città  che  ha  saputo  istituire  già  nel  lontano  1973  il  Premio  CerviaAmbiente  rivelando  una  spiccata e  lungimirante  sensibilità,  alla  riscoperta  di  donne  che  hanno  fatto  la  storia,  cambiando  le  regole  di  un  gioco  quasi esclusivamente  maschile.  L’incontro  del  9  luglio  è  infatti  con  Melania  Mazzucco  e  il  suo  nuovo  libro  L’architettrice (Einaudi),  storia  di  Plautilla,  misteriosa  pittrice  e  primo  architetto  donna  dell’età  moderna  nel  torbido  splendore  della Roma  barocca.  Al  pianoforte  un’altra  donna,  Rita  Marcotulli,  musicista  e  compositrice  che  vanta  collaborazioni  con i  migliori  artisti  della  scena  jazz  americana.  La  rassegna  si  conclude  il  16  luglio  con  il  reading  di  Massimo  Gramellini: il  giornalista  e  scrittore,  che  sulle  pagine  del  Corriere  ha  celebrato  la  capacità  di  Milano  Marittima  di  fare  comunità e  reagire  prontamente  alla  tromba  d’aria  che  a  luglio  2019  aveva  flagellato  il  litorale  e  danneggiato  gli  stabilimenti, propone  il  suo  libro  Prima  che  tu  venga  al  mondo  (Solferino),  una  lettera  al  figlio  che  è  anche  un  inno  alla  paternità  e un delicato ritratto del rapporto fra generazioni.  Seguirà il concerto della pianista e compositrice  Virginia Guastella.

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