Il maestro del bronzo Arnaldo Pomodoro e le sue opere
La grande arte non ha confini. Parla una lingua universale che ha il dono di essere compresa in tutti i continenti e a tutte le latitudini. Non stupisce, dunque, che le iconiche opere di Arnaldo Pomodoro siano disseminate in tutto il mondo, da Roma (davanti alla Farnesina) a New York, da Parigi (davanti alla sede dell’Unesco) a Tokyo, dall’Arabia Saudita al Brasile. Per rendersene conto basta visionare le decine di localizzazioni della cartina interattiva pubblicata sul sito ufficiale dell’artista (https://www.arnaldopomodoro.it/world/), che segnala le sue più importanti sculture monumentali collocate in spazi pubblici.
In questo il grande scultore, nato a Morciano di Romagna nel 1926 (ma marchigiano a tutti gli effetti e, dal 1954, milanese d’adozione) si rivela degno erede dei grandi artisti del passato: come loro ha dedicato un impegno costante nei confronti dell’arte di destinazione pubblica e ambientale. Un modo per portare la bellezza nel tessuto urbano, nella quotidianità di chi corre e si affanna nelle metropoli. Così oggi i meravigliosi capolavori di Arnaldo Pomodoro impreziosiscono non solo musei e istituti culturali, ma anche piazze, parchi, cimiteri, con la stessa grazia, la stessa autorevolezza, la stessa naturalezza dei grandi monumenti del Rinascimento o dell’antica Roma.
E non occorre viaggiare attraverso i continenti per ammirarli: solo fra Romagna ed Emilia sono numerose le opere dello scultore marchigiano collocate in spazi pubblici, e quindi facilmente visibili da tutti. Per tracciare un ideale itinerario emiliano – romagnolo, però, partiamo sconfinando (seppur di poco). La prima tappa, infatti, è Pesaro, città in cui Pomodoro ha trascorso l’infanzia e gli anni della formazione: a due passi dal mare, in piazzale della Libertà troviamo, adagiata sull’acqua, l’imponente “Sfera grande” ‘gemella’ di quella collocata davanti al Ministero degli Esteri a Roma. I pesaresi la chiamano familiarmente ‘la palla di Pomodoro’ e nel tempo è diventata il punto di riferimento per darsi appuntamento al mare. A Morciano di Romagna – dove Pomodoro è nato – campeggia un altro suo capolavoro: al centro della vasca collocata in piazza Boccioni, ecco il suggestivo “Colpo d’ala” dedicato proprio al grande pittore futurista Umberto Boccioni, anch’egli di origini locali (i genitori erano morcianesi). Dal “Catalogue Raisonné” di Pomodoro: “Ho dedicato questa scultura a Umberto Boccioni, il primo grande artista nella scultura del Novecento, che ha svolto l’analisi del movimento, con una scomposizione delle forme monumentali. Nel Colpo d’ala ho voluto portare il mio stile alla stessa finalità, con le dimensioni massime: la freccia è così mobile che appare disarticolata; l’uccello viaggiatore vuol essere così aperto, inventivo e imprevedibile, da sentire ogni nuova direzione”.
Nell’antichissimo borgo di San Leo, appollaiato su un enorme masso roccioso che domina la Valmarecchia, porta la firma di Pomodoro il Monumento ai Caduti di guerra, una fusione metallica raffigurante uno scudo e una freccia che, quando è colpita dal vento, ruota sulla sommità della colonna. Scendendo lungo la Valmarecchia, vale una visita l’antico santuario di Saiano (nel Comune di Torriana), dedicato alla Madonna del Carmine, dove si può ammirare la splendida porta d’ingresso in bronzo che porta la firma non solo di Arnaldo Pomodoro, che l’ha realizzata, ma anche del grande Tonino Guerra, che l’ha disegnata. E c’era anche Tonino Guerra quando, nel 1995, fu inaugurata nel Cimitero Monumentale di Rimini la “Grande prua”, che il Comune e la Fondazione Fellini commissionarono allo scultore per rendere omaggio alla memoria di Federico Fellini. Pomodoro ha scelto di rappresentare la grandezza del regista riminese attraverso il simbolo della nave, quasi una trasfigurazione del Rex di ‘Amarcord’, metafora del viaggio verso l’ignoto. Il Maestro marchigiano ha realizzato anche il monumento funebre dello scrittore Giorgio Bassani, collocato accanto al suo luogo di sepoltura nel Cimitero Ebraico di Ferrara. Tornando in Romagna, a Santa Sofia, si trova il magnifico Parco di Sculture, nato dal Premio Campigna; e qui, sull’alveo del fiume Bidente, svetta il “Cono tronco” di Arnaldo Pomodoro, misterioso monolite in bronzo e acciaio. Posti nel verde anche i tre ‘totem’ collocati a Bologna nel parco del Cavaticcio, a due passi dal Museo d’Arte contemporanea Mambo.
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